venerdì 18 luglio 2014

Archivio Pria, le trame della storia



Ogni luogo ha una sua peculiarità
Qualcuno è magico; altri ammaliano; taluni raccontano la storia intessuta da infinite piccole vicende umane certi rimangono imperiose roccaforti di un glorioso passato seppure ne hanno perso i fasti opulenti; alcuni sono ruderi abbandonati a sé stessi: talaltri lasciano scivolare sulle superfici architettoniche segni e cicatrici del tempo, come rughe su volti sfioriti di ciò che fu, nel lontano passato, impertinente e briosa bellezza giovanile; qualcheduno sembra materializzarsi dalle pagine ingiallite d'antichi libri di fiabe, dove le parole gotiche sono arricchite da fantasiosi disegni di fate del bosco, di folletti dai buffi cappelli nascosti fra i fili d'erba, d'acque cristalline e di ponti magici, metafora di un passaggio fra bene e male, fra buio e luce, fra civitas e barbaritas, fra noto ed ignoto...
Ci sono luoghi capaci di stupire raccontando storie millenarie, costruite da un fitto intreccio fra reale ed irreale che ne aumenta la malia, ecco, l'Archivio Pria è uno di questi magici narratori oltre il tempo.

Maestosa presenza
Si erge alle porte di Biella, adagiato sotto un cielo bizzoso, sempre pronto a cambiare umore in un battito d'ali, con il suo snello profilo manchesteriano, come Argo dai cent'occhi di finestre allungate, se ne sta, ancora attonito, ad osservare di sottecchi la processione silente di sgargianti Pinguini Blu sospesi sul torrente Cervo,  pervaso dalla nostalgia per la perdita del suo ponte di collegamento, spazzato via dalla furia delle acque qualche anno fa.
Qui la natura è madre preziosa ma anche forza devastatrice che tutto può distruggere e cancellare in pochi attimi, senza pentimenti.
Ormai, da quel momento, è diviso in due entità separate che si osservano dalle opposte rive ripensando ai glorioso fasti del suo passato.

Storie di donne, ponti, roghi, trame ed orditi
Il pensiero corre al lontano Medioevo quando al suo posto vi era una chiesa ed un piccolo convento di suore, alle dipendenze della potente Abbazia di Lucedio.

Un'enclave installatasi proprio nelle vicinanze del Ponte della Maddalena, il punto strategico di passaggio che collegava la piana fertile al centro di Bugella e, più in alto, alle aspre e verdi montagne biellesi.
Storie di donne, di religiosità, che ben presto lo abbandonarono per trasferirsi al Vernato, più in sicurezza verso il cuore del potere cittadino; ma nell'affascinante Evo Medio altre voci femminili dovevano echeggiare in questo tratto del Cervo, con alte e disperate grida, quando la bella e famosa Margherita da Trento, compagna di avventura di Fra Dolcino, forse per contrappasso, venne arsa viva proprio qui[1].
Nelle giornate clementi, ben rare in questo lembo di Piemonte, il sole fa capolino dalle montagne ed entra prepotente dalle finestre, illuminando il ventre del gigante assopito.
Allora, pieno di luce riannoda i fili di lana in un intreccio lungo tre secoli, quando il vello di bianche pecore giocava a rimpiattino dentro e fuori dai grandi macchinari tessili, seguito dalle sapienti mani di operai ad alta specializzazione che lo trasformavano da fiocco in tessuto pregiato, pronto a tramutarsi in abito ed a viaggiare per il mondo.
Ma queste sono altre storie.

I panni lana di Monsieur Bossù
La vocazione economica è affar antico per il Pria, lo era per le monache, che potevano controllare il passaggio sull'unico ponte di collegamento verso la pianura
 [2], lo è ancor oggi, sebbene con altri ingredienti. Si può dire, però, che la sua vocazione tessile sia stata il volano di una continuità narrativa in chiave produttiva che lo ha reso grande.

Il passaggio è avvenuto nei primi anni del XIX secolo, con l'arrivo di un astuto francese, Louis Bossù, esperto nella lavorazione della lana.
Il lionese si rese immediatamente conto del valore economico del luogo: la sua geomorfologia e la potenza delle acque del torrente erano esse stesse l'energia adatta a mettere in moto l'industria di panni lana.

Dai Acqua!
E così, ci narra con filo sottile di voce, l'aspro territorio venne plasmato e trasformato dalla volontà industriale moderna, lasciando un segno profondo di un cambiamento che ha per lungo tempo caratterizzato il DNA di tutto il comprensorio Biellese, quando in ogni paese vi erano più opifici capaci di creare una tradizione solida che, di fatto, è la madre di tutta l'alta moda italiana.

"Dai acqua", metti in moto gli ingranaggi, si perde la voce nel frastuono ritmato dei telai; le navette scorrono veloci a ridisegnare trame ed orditi ed il lanificio passa ad un nuovo proprietario, Alfredo Pria, che sino ad oggi, attraverso i suoi discendenti diretti, si prende cura di questo grande vecchio.
Ancora donne rivelano tutto il valore esponenziale ed immenso di una lunga tradizione tecnologica e del design della moda, custodendo libri incantati a tre dimensioni, dove le parole, in numeri, i segni grafici ed i piccoli ritagli di tessuto s'incorsano in formule magiche comprensibili solo ad eletti che possiedono il sapere dell'arte tessile.

Valentino, Armani, Colazione da Tiffany, il Ponte delle Signore...

Si sussurra che nelle meravigliosa stanza oggi sede dell'Archivio Pria sia nato il famoso rosso Valentino, qui Armani ha mosso i suoi primi passi, da questi campionari è nato il famoso cappotto indossato dall'insuperabile icona di stile Audrey Hepburn nel film cult Colazione da Tiffany, poi, si narra che nella stanza accanto, durante la prima guerra mondiale, ci fosse parcheggiato un piccolo aereo e ancora...

Chi può nascondere tutte queste stuzzicanti storie dietro alle sue austere mura se non il Pria?
Sembra che tutto abbia detto di sé e che più nulla possa raccontare, mentre il sole tramonta lasciando spazio al buio, illuminato da un ponte di luce[3], un bagliore che invita a superare le cortine, a varcare la soglia per scoprire che tutto è arte in continuo movimento, un'altra storia da svelare... per chi la vorrà ascoltare.








B. Saccagno
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[1] “…quo dicta Margarita primo fuit combusta super quadam columpna alta posita in arena Servi…”, p. 12, in
Historia Fratis Dulcini HeresiarcheAnonimo Sincrono e De secta illorum qui se dicunt esse de ordine Apostolorum di Bernardo Gui, a cura di A. Segarizzi, in Rerum italica rum Scriptores “, ordinata da L. A. Muratori, nuova edizione G. Carducci, V. Fiorini, IX, parte V, Città di Castello, 1907. La tradizione vuole che sia stata bruciate qui nel 1307, va sottolineato che le fonti (tutte posteriori) non sono concordi su questo fatto.
http://www.scribd.com/doc/83110355/Historia-Fratris-Dulcini-Heresiarche, vedi anche Il Ponte delle Signore: perché questo evento, M. Chirico, in Il Ponte delle Signore, a cura di A. Azario, O. Azario, Catalogo, Biella, 2004, p. 14
[2] Vedi, Le Signore del Ponte – A ritroso nel tempo, D. Lebole, in Il Ponte delle Signore, a cura di A. Azario, O. Azario, Catalogo, Biella, 2004, p. 15
[3] Installazione artistica luminosa, progettata da Chiara Baldacci Castiglioni http://www.lightingcontext.com/sito/?exhibitor=chiara-baldacci , vedi Il Ponte delle Signore, a cura di A. Azario, O. Azario, Catalogo, Biella, 2004, pp. 16-18

Biblio - linkografia
http://www.archiviopria.it/
http://www.archiviopria.it/comunicato_ponte.pdf
http://www.archivitessili.biella.it/site/home/archivi-storici---dove-sono-nati/scheda50170.html
http://alesusy.altervista.org/dovequando.html
http://www.centrocasalis.it/print/scheda/biella-1
http://www.crackingartgroup.com/it/il-gruppo/il-gruppo.aspx
http://www.buildlab.com/il-ponte-delle-signore.html
http://archiviostorico.corriere.it/2003/ottobre/18/spettacolo_comincia_sul_ponte_luce_co_7_031018041.shtml
http://www.panoramio.com/photo/46279505
http://www.ecomusei.net/Congresso/notizie_luoghi_lanificio.php
http://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=1067
http://it.wikipedia.org/wiki/Archeologia_industriale
http://www.patrimonioindustriale.it/index.shtm
http://www.treccani.it/enciclopedia/margherita-da-trento_%28Dizionario-Biografico%29/
http://www.vercellink.com/storia/fra-dolcino.php
http://www.treccani.it/enciclopedia/fra-dolcino/
http://www.treccani.it/enciclopedia/fra-dolcino_%28Dizionario-di-Storia%29/
http://www.eusebiano.com/storia/FraDolcino/Fra.html
http://www.centrostudifradolcino.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/Fra_Dolcino
http://www.eresie.it/it/Dolcino.htm
http://www.principatodilucedio.it/index.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Abbazia_di_Santa_Maria_di_Lucedio
Memorie cronologiche e corografiche della città di Biella, G. T.Mullatera, Biella, 1778
Dizionario geografico-storico-artistico-commerciali degli stati di S. M. ilRe di Sardegna, G. Casalis, II, Torino, 1834
Storie di assistenza nel Biellese – Malati, medici, infermieri, ospedali dalXII al XX secolo, di C. Eulogio, S. Saletta, Biella, 2012
L'officina del pensiero tecnologico, a cura di M. Perriccioli, Firenze,2010
Economato generale dei benefici vacanti di Torino, ASTO, fondo, mazzi1170, regg. 3, pacco 1 (1733-1874)
Historia Fratis Dulcini Heresiarche, Anonimo Sincrono e De secta illorum quise dicunt esse de ordine Apostolorum di Bernardo Gui, a cura di A.Segarizzi, in Rerum italica rum Scriptores ", ordinata da L. A. Muratori,nuova edizione G. Carducci, V. Fiorini, IX, parte V, Città di Castello, 1907
Dalle Signore del Ponte al Lanificio Pria, C. Caselli, brochure, s.d.
Il Ponte delle Signore, a cura di A. Azario, O. Azario, Catalogo, Biella, 2004
La pieve di Biella, in Storia della Chiesa Biellese, D. Lebole, Biella, 1984-1994
Ordini e congregazioni religiose, in Storia della Chiesa Biellese, D. Lebole, I, Gaglianico, 2000
I biscioni, a cura di G. C. Faccio, M. Ranno, R. Ordano


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