venerdì 18 luglio 2014

Land Grab





Cambiano le strategie di conquista, le armi e il tipo di colonialismo ma l’uomo non accenna a migliorare, rimane sempre un prevaricatore, la razza forte vince, la debole perde.
Gli interessi economici sono da sempre una leva straordinaria per la predazione indiscriminata oltre i propri confini.

Oggi le nazioni cosiddette “ricche” hanno orientato i loro interessi economici all’accaparramento massiccio delle terre[1] dei paesi considerati più “poveri”, il Sud del mondo, attraverso una conquista dilagante dei terreni fertili, il land grab[2].
Uno dei tanti problemi che attanagliano la società contemporanea è il fabbisogno sempre più crescente di risorse, fra le quali il cibo e le fonti energetiche.
Per garantirsi terreni fertili e risorse naturali in quantità elevata  i paesi ricchi vanno alla conquista della terra di quelli poveri, creando, di fatto, un business strategico che danneggia tutti, tranne chi, da questo, ricava immensi profitti.
Le comunità povere svendono porzioni del loro territorio a prezzi irrisori, dove, poi, vengono impiantati grandi latifondi monotematici, ad esempio per il bio carburante, snaturando l’ambiente e l’economia, oltre a ciò, il prodotto viene esportato, lasciando un vuoto nel settore agricolo locale.

In questo modo si creano enormi danni sul sistema socio economico mondiale, danneggiando a micro e macro livelli, e su medio e lungo periodo, tutta l’economia.
Quello che viene sottolineato a più riprese è la mancanza di trasparenza e di informazione preventiva, ossia manca la comunicazione corretta a tutto campo, dalla spiegazione in dettaglio degli obiettivi e delle clausole contrattuali agli scenari possibili post accordi su un asse crono temporale di lungo periodo.

La conoscenza è fondamentale, ma il nodogordiano è chi dovrebbe occuparsene e come andrebbe fatta?
Chiaramente le goverance e le imprese che attuano questo sistema speculativo non hanno interesse a focalizzare la problematica, d’altro lato i governi e le comunità più povere, meno informate e costrette da congiunture negative a trovare soluzioni “facili”, si lasciano conquistare senza troppe difficoltà, la storia ne scrive un lungo elenco di esempi.

Il ruolo principale di comunicazione e conoscenza viene lasciato alle organizzazioni che si occupano principalmente del terzo settore, ma, per cambiare un sistema, e ritornare ad uno sviluppo economico corretto, sarebbe necessario ampliare lo spettro e collaborare a tutti i livelli per divulgare in modo chiaro e puntuale il fenomeno in modo universale.








B. Saccagno



[1] Land Grabbing: Secondo la definizione coniata dall’International Land Coalition, l’acquisizione di terre secondo questo sistema viola i diritti umani, perché è iniquo; manca la trasparenza a livello di comunicazione e di contratti; non tiene conto del impatto ambientale e socio economico che verrà a crearsi nel territorio di riferimento;  non si agisce in democrazia. http://www.landcoalition.org/sites/default/files/publication/1269/12_05_GIGA_ILC.pdf
[2] La nuova corsa all’oro. Lo scandalo dell’accaparramento delle terre nel Sud del mondo, Rapporto di Analisi di Oxfam, 22 settembre 2011 http://www.oxfamitalia.org/wp-content/uploads/2011/09/La-Nuova-Corsa-allOro-Oxfam-Italia-ok-21-09-2011.pdf

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